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E anche la gallina padovana se ne va...

E' arrivato il mio turno, domani sarò in viaggio per la mia cara Padova.

E' arrivato il momento di ricordare i momenti belli e quelli brutti di questo magnifco anno passato qui...

Cominciamo con un bell'elenco puntato, che non fa mai male e da' quella parvenza di ordine che in realtà non posseggo affatto.

  • Lavoro al telescopio. Facile. Lo strumento, anche se vecchio, è buono ed affidabile e rispecchia in tutto e per tutto l'efficienza inglese. Sono state un po' difficili le prime notti, dove sembrava che strane presenze si aggirassero per la struttura ed è stato difficile adattarsi a quella specie di the al caffè che tanto piace agli inglesi. Ma si sopravvive, ed ho imparato davvero molto.
  • Astronomi che ho s(u/o)pportato. Li ricordo tutti, tutti estremamente interessanti, ognuno a  modo loro. Dal primo capellone che mi ha deliziato con un qualcosa che sembrava un rutto bitonale, fino all'ultimo con cui ho preparato il gelato all'azoto ... passando per lo scozzese a cui ho fatto fare una specie di infarto in macchina, alla tizia spagnola in minigonna e tacchi a spillo, al cubano Ernesto Sparalesto, all'olandese con la panciera di lana, all'olandese OAP che non ha aperto lo specchio ed alla signora inglese the-dipendente.
  • Colleghi.  Gli inglesi erano inglesi in tutto e per tutto, a partire dall'assenza di mento fino alla freddezza da ufficio, salvo poi rivelarsi amiconi e compagni di bevute dal venerdì sera fino alla domenica pomeriggio... ancora non mi ci sono abituata. Gli spagnoli sono divertenti e conoscono il concetto di "pausa caffè", loro non li dimenticherò di certo.
  • Compagnia. Da brava gallina non son mai contenta, da brava gallina padovana all'inizio mi devo sempre lamentare... da brava gallina pusillanime quale sono dopo un po' mi adatto e comincio a vedere che ognuno ha qualche cosa da offrire. Mi mancheranno alcune cose (i discorsi frivoli, il prendere in giro gli approcci degli spagnoli, la tequila insieme, gli esperimenti culinari, le gite in macchina e oziare sulla spiaggia)... non mi mancheranno l'accavallare le gambe e mostrare le mutande a fiori al mio ragazzo e la "facilità" di alcune.
  • Coinquilina. Metterci a vivere insieme è stato come voler mescolare l'acqua con l'olio. Ha avuto i suoi comportamenti infantili ed io sono stata a volte davvero rigida. Un po' mi spiace non aver creato un rapporto un po' più profondo, dopotutto siamo simili nel nostro essere un po' strane, ma, come ho detto prima, io acqua e lei olio. Nelle ultime dodici ore sarò buona, lo prometto. Anche se in un anno non ha mai lavato nulla, nemmeno le lenzuola della sua camera... anche se ha lasciato una fetta d'anguria nel suo scompartimento del frigo per tre settimane (scoperto oggi).
  • Isola. L'oceano da guardare dimenticandosi del tempo che passa. La vista mozzafiato dall'alto della caldera. I gechi che invadono l'appartamento e le cucarachas la sera nelle strade. I primi mi mancheranno davvero tanto... le ultime PER NIENTE.
  • Le serate. Dopo aver pattuito con il barista di ricevere tutti i miei drink con la metà dell'alcool che normalmente dovrebbe esserci... ho la sensazione di averci rimesso qualcosa. Ma sono contenta di aver vissuto, per la prima volta, qualcosa di simile alla vita notturna, fatta di drink (fasulli) e club: ora sono assolutissimamente certa che non è vita che fa per me.
  • La salsa. Sono arrivata al livello intermedio - - (leggi "meno meno"). E da lì non credo di essere in grado di muovermi: sono troppo rigida, non credo che nemmeno lo Svitol mi possa salvare.
  • Lo spagnolo. Me la sono cavata... tranne che in farmacia, quando ho chiesto cerotti e mi hanno dato tampax; quando ho chiesto pastiglie per il mal di gola e mi hanno dato l'antivomito e quando ho chiesto tappi per le orecchie e mi hanno dato di nuovo tampax. E tranne quando ho detto che vivevo in un parcheggio (aparcamiento) ... e, dimenticavo, tranne quando mi chiedono se sono incinta (embarassada) ed io rispondo di non preoccuparsi e che potevano chiedermi quello che volevano.
  • Il mio nome. Il miglior modo per venirne fuori è sempre lo stesso: con autoironia. Tranne quella volta che ho quasi creato una rissa...

Mi mancherà tutto questo, in fondo.

Chissà se io mancherò a loro... non so se ho lasciato un segno profondo, purtroppo sono riservata e silenziosa, ma credo di aver dato tutto quello che potevo. Chissà se mancherò, con il mio saltellare per evitare le cucarachas, con le mie battute che nessuno capiva e con le mie ballerine dalla punta argentata.


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